Il frantoio, scavato in un banco tufaceo, è composto di diversi vani; il principale, più ampio,destinato alla molitura e torchiatura delle olive, gli altri, a deposito e stalla per gli animali.Il frantoio è stato in uso sino alla fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo; era un vero e proprio microcosmo: da Settembre fino a Marzo i "trappitari" lavoravano convivendo con le bestie, fondamentali per la molitura delle olive. Agganciate alla stanga della macina, ruotavano per ore ed ore intorno alla vasca per trasformare il frutto in poltiglia , da sottoporre successivamente a pressione. Queste testimonianze di archeologia industriale , così diffuse nel Salento, rendono conto di un’economia olivicola particolarmente forte nel nostro territorio.L’oro liquido, dal porto di Gallipoli, veniva esportato nelle città del Nord Europa, illuminate dal nostro prodotto e "accese" dal duro lavoro di tanti "trappitari", chiusi in quegli antri per sei mesi l’anno.